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Tanabrus

domenica 21 settembre 2008

010

Trattenne il respiro mentre si muoveva con lentezza esasperata oltre i due Guardiani fermi oltre l'ingresso del tempio. Il minimo rumore lo avrebbe tradito, visto il silenzio che regnava nei dintorni: i due a lui vicini se ne stavano immobili ed in silenzio, presi dal loro compito di sorveglianza. I due che invece stavano tra le colonne erano seduti a terra, la schiena appoggiata ai basamenti delle colonne nere. Si riposavano in attesa di dare il cambio ai due compagni, ma nemmeno loro facevano rumore.
Dopotutto ormai era cominciato il periodo delle cerimonie sacre, e perdersi in chiacchiere oziose proprio nel tempio di Dahvjin sarebbe parso abbastanza blasfemo a chiunque.

Kharon si prese tutto il tempo necessario per arrivare ai gradini che portavano al colonnato, muovendosi al rallentatore e solo dopo aver controllato il terreno circostante, per la paura di calpestare qualcosas di rumoroso.
Finalmente giunse ai piedi dei cinque scalini, e si sentì più sicuro.

Un conto era muoversi all'esterno, dove potevano trovarsi sassi, buche, rami, foglie. Un territorio insidioso, per qualcuno che si fosse voluto muovere in silenzio ma non fosse un esperto conoscitori di territori di quel tipo.
Ma muoversi silenziosamente sul marmo? Poteva dire di esserci nato, in ambienti come quelli.

E difatti aumentò la propria velocità, sempre senza produrre alcun rumore, oltrepassando rapidamente i due Guardiani a riposo. Gettò loro solo un'occhiata di sfuggita, utile a notare che sedevano con le spade, ancora nei foderi, staccate dalla cintura e poste al loro fianco.
Inoltre riconobbe una delle due guardie, era il ragazzo che era intervenuto la sera precedente quando era stato aggredito da quei malviventi.

Si sorprese a pensare che, se fosse stato scoperto, difficilmente quel ragazzo non lo avrebbe riconosciuto, e si sarebbero potuti mettere in breve tempo sulle sue traccie.
Scacciò con veemenza quel pensiero: lui non si sarebbe fatto scoprire, punto.

Guardandosi intorno con cautela, cercando di individuare eventuali incantesimi protettivi posti a guardia di quel luogo sacro, Kharon avanzò lungo il maestoso corridoio avvolto dalle tenebre. Sorrise, quella condizione di assenza di luce faceva involontariamente il suo gioco, rendendolo difficilmente individuabile ad eventuali osservatori.
Cominciò però a domandarsi dove sarebbe dovuto andare.

Fermatosi, tentò di riflettere su ciò che sapeva.

Era entrato nel tempio, dalla porta principale. I pirati erano entrati dalla stessa parte, o da un'entrata segreta posta da qualche parte lungo la parete di sinistra. Ma dove potevano aver condotto la ragazza? I pirati sulla nave avevano parlato del gran sacerdote...
Sarebbe potuto andare a cercarlo, magari nelle sue stanze. Ma per quanto confidasse nei propri mezzi e non ritenesse un vecchio qualsiasi una grande minaccia, non aveva mai avuto modo di testare le proprie capacità contro un sacerdote di grado così elevato.
E i sacerdoti non erano come i maghi, baravano spesso ricevendo aiuto da quelle loro divinità.

No, non era quella la via da percorrere.
Provò a pensare diversamente allora. La mattina dopo il tempio sarebbe stato invaso dai fedeli. Difficilmente avrebbero portato la ragazza lì, nelle zone di pubblico accesso. L'avrebbero condotta invece, probabilmente, in qualche luogo isolato.
Una segreta, magari.

Sorrise, questa era un'opzione meno rischiosa e con maggiori possibilità di successo. Restava solo da scoprire se vi fossero segrete e da dove vi si accedesse.
Perplesso, riprese a camminare lungo il corridoio fino a quando non arrivò davanti ad una gigantesca porta di pietra, sempre nera, ricoperta di raffinati bassorilievi. Era chiusa.
Si voltò, guardandosi intorno.
Non c'erano altre porte, nè corridoi. L'unica porta da attraversare era quella. Il problema era che pareva oltremodo pesante, e pure rumorosa.

Si appoggiò alla porta, intenzionato a cercare di captare eventuali rumori provenienti dalla stanza oltre le ante di pietra. Con sua immensa sorpresa, una volta comlpetamente appoggiato di spalla all'anta questa si socchiuse.
Sobbalzando per l'inaspettata leggerezza della porta si immobiizzò, ringraziando la buona sorte per il fatto che la porta fosse stata silenziosa.
Rimase qualche minuto in paziente attesa, senza però che alcun rumore giungesse a lui.

Sollevatosi quindi nuovamente in piedi, si poggiò ancora di spalla alla porta che, come prima, si mosse arrendevolmente verso l'interno. Kharon pensò distrattamente che i cardini sui quali ruotavano le ante dovevano essere delle opere perfette, per consentire una tale facilità di movimento a delle lastre di pietra di quelle inaudite dimensioni.

Scivolò nella stanza. Era anch'essa immersa nell'ombra, ma un tenue chiarore proveniva da davanti a lui. Un chiarore che traspariva al di là di un pesante tendaggio.
Ancora una volta il suo cammino pareva deciso in quanto quel tendaggio rappresentava l'unica altra uscita da quella stanza quadrata, escludendo la porta dalla quale era appena entrato.

Non fece in tempo però a muovere un passo in direzione del tendaggio, che la porta aperta di pochissimo e lasciata da Kharon in quella posizione non ottimale scivolò nuovamente sui cardini e si richiuse alle sue spalle, con un sordo tonfo.

3 commenti:

Sean MacMalcom ha detto...

Uhm... una trappola?? @.@

Tanabrus ha detto...

Uhm, più che altro aveva lasciato la porta socchiusa e questa, per via dell'enorme mobilità sui cardini che la contraddistingue (tale da rendere capace Kharon di aprirla poggianovisi leggermente)si è lentamente richiusa.
Diciamo che la porta interna del tempio è fatta per stare chiusa o aperta, le vie intermedie sono viste come un errore e "riparate" chiudendo la porta, grazie ad una lieve pendenza.

Sean MacMalcom ha detto...

Uh... :D
Preciso! :D

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