Non ci sono parole adeguate. Addio Tommy, sarai sempre con noi, nei nostri cuori.

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Ho deciso di cominciare a segnalare qui le date di pubblicazione degli episodi già pronti, sfruttando così la possibilità offerta da Blogspot di programmare in anticipo la pubblicazione automatica dei post.

Tanabrus

venerdì 19 settembre 2008

009

Kharon si fermò per osservare il tempio, o almeno la fiancata davanti alla quale era sbucato.

La costruzione era indubbiamente massiccia, eretta con grandi blocchi di marmo nero. Non che fosse il colore più allegro possibile per un tempio, ma il ragazzo poteva facilmente immaginare come tale scelta fosse stata plausibilmente dettata dalla vicinanza al vulcano, e dal voler prevenire che qualche fuoriuscita di zolfo e cenere danneggiasse il candore di un tempio in pietra bianca.
Alla propria destra, laddove la costruzione si produceva in un angolo, poteva scorgere il bagliore di una torcia provenire da dietro il muro.
Cercò con lo sguardo un passaggio in quel muro nero, ma per quanto i suoi occhi fossero capaci di vedere molto bene anche al buio non riuscì a trovare alcun varco.

Si guardò intorno per controllare che non vi fossero occhi indiscreti, quindi si avvicinò silenziosamente alla parete per provare ad osservarla più da vicino.
Niente, se vi era un passaggio era celato perfettamente alla vista, e a meno di non conoscerlo sarebbe stato impossibile trovarlo di notte.
E questo nell'eventualità dell'esistenza di un simile passaggio... non era nemmeno da escludere, infatti, la possibilità che i pirati avessero condotto la prigioniera direttamente attraverso l'entrata principale. I viaggiatori e i fedeli non dovevano venire a conoscenza di questi traffici, ma le guardie magari potevano esserne al corrente, o godere di estrema fiducia da parte dei sacerdoti.

-Non resta che l'ingresso principale, allora.

Sussurrando il proprio disappunto, si preparò a tentare di infiltrarsi all'interno del tempio. L'incantesimo utilizzato sulla nave pirata lo aveva stancato parecchio e dubitava di riuscire ad utilizzare diversi incantesimi di basso livello in sequenza per passare oltre le guardie che di sicuro controllavano l'ingresso.
D'altronde utilizzare un incantesimo superiore era fuori di discussione: qualche sacerdote avrebbe potuto accorgersi della magia in atto, e inoltre a questo punto cominciava a temere che le voci nascondessero un fondo di verità, e quindi che ci potessere essere anche qualcun altro in grado di avvertire magie così potenti.
Non gli restava che ricorrere a meno incantesimi possibili, e affidarsi per il resto alla sua abilità.

-Onprutheo

Dopo aver pronunciato questa parola rimase un attimo immobile, come intontito. Utilizzare l'incantesimo di invisibilità gli procurava sempre quella reazione di smarrimento, che era anche però l'unica prova che possedeva del successo della magia. Infatti lui, anche sotto l'effetto dell'incantesimo, continuava a vedersi normalmente. E solo quando arrivava davanti ad un'altra persona poteva scoprire se era divenuto effettivamente invisibile o meno. Quindi accettava di buon grado quel momentaneo smarrimento che aveva imparato essere indice di successo in quel particolare caso.

Ora che era invisibile, doveva però prestare attenzione a non tradirsi altrimenti.
Il fatto che non lo potessero vedere non lo poneva al sicuro, anzi avrebbe fatto si che eventuali rumori estranei venissero trattati con grande sospetto, così come infausti contatti o oggetti in movimento.

Si incamminò quindi lentamente verso la luce.

La luce crebbe in intensità fino a divenire la luce prodotta da un braciere posto davanti all'ingresso del tempio, nel mezzo della strada che dal mercato portava fino a lassù, e da diverse torcie appese agli appositi sostegni infissi nella pietra del tempio.

Se la fiancata gli era parsa maestosa, vedere la parte frontale lo lasciò senza parole, per quanto la stesse vedendo in condizioni di luce pessime.
L'ingresso era privo di porte o mura, e solo cinque larghi scalini di marmo lucente lo separavano dalla strada.
L'ingresso era coperto ai fianchi da impenetrabili pareti, una delle quali era quella che dava sul fiume segreto, ma l'ampio passaggio della larghezza di una sessaantina di piedi era occupato in buona parte da imponenti ed affusolate colonne nere, il cui diametro si restringeva mentre salivano verso il soffitto.
Soffitto che non rusciva a distinguere bene, per quanto gli sembrasse ricperto di strani segni. Dipinti, probabilmente, o bassorilievi.

Aveva sentito dire che sopra al tempio, dalla strada, si potessero vedere la statua di Dahvjin e dei suoi guerrieri di fiamma, ma tra l'oscurità della notte e la luce del braciere che quasi lo abbagliava non potè controllare la veridicità di tale affermazione.

Le guardie che riusciva a vedere erano quattro.

Due se ne stavano immobili e impettite ai lati del braciere, a torso nudo. Notò come il loro abbigliamento fosse identico a quello del ragazzo che aveva conosciuto la sera precedente. Probabilmente quindi anche loro appartenevano a quell'ordine di guerrieri votati al Dio del fuoco, guerrieri temuti e rispettati. I Guardiani della Fiamma.
Le loro spade riposavano tranquille nei rispettivi foderi, ma nelle mani stringevano lunghe lancie la cui base poggiava a terra.
Gli altri due invece si trovavano tra le colonne, appoggiati ad esse di schiena ed intenti a parlottare tra di loro.

Nessuno si aspettava visite, parevano totalmente rilassati.

Inspirando profondamente, Kharon cominciò a muoversi tra i Guardiani per superarli ed entrare nel tempio.

martedì 16 settembre 2008

008

-Quanto ci metteranno a tornare?
-Parecchie ore, dovremmo riuscire a lasciare l'isola appena prima dell'alba.
-Vorrà dire che potremo riposare...

-Io odio questi viaggi sull'isola. Navigare di notte in un fiume come questo, solo con quella misera lanterna a fare luce... e stai sicuro che se accadesse qualcosa il capitano darebbe tutta la colpa a noi.
-Già, ma che ci vuoi fare? Al tempio pagano bene, e finora non è mai successo niente. Finchè le cose continuano così, per noi sono soldi facili.
-Beh, certo è più comodo fare queste consegne piuttosto che assaltare delle navi in mare aperto.


Pirati, si disse Kharon. Il suo volto era imperlato di sudore, lo sforzo per mantenere quell'incantesimo ed usarlo selezionando solo i suoni provenienti dalla nave pirata era estenuante. Ma ancora non aveva scoperto cosa facessero i pirati per conto del tempio.
Di sicuro, qualcosa di strano in tutta questa storia c'era.
Si rimise all'ascolto, sperando di ottenere in breve tempo qualche informazione importante.


-Passami da bere
-Toh, prendi
suono di risate sguaiate. Sedie che cadono a terra. Rumori sordi.
-Così impari, idiota. La prossima volta che mi tiri addosso la birra ti faccio nero anche l'altro occhio.
altre risate, ancora più forti.

-Però a volte ci penso... cosa se ne faranno di quelle ragazzine al tempio?
-E che ti importa, finchè pagano per averle? Per quel che mi riguarda possono pure tenerle incatenate al letto del gran sacerdote... peccato solo abbiano specificato di volerle vergini. Quella di oggi era davvero un bel bocconcino.
-Già, in effetti...

Kharon rilasciò immediatamente l'incantesimo, sconvolto da ciò che aveva appena sentito.
I pirati portavano giovani ragazza... vergini... al tempio. Di notte, di nascosto. Dietro pagamento.
Sicuramente saranno state ragazze rapite, quindi. Ma perchè?
La specifica della verginità non gli piaceva affatto, aveva spesso sentito nominare quella particolarità come molto importante in certi riti proibiti. Riti che di solito richiedevano l'intervento del suo maestro, lo stesso che invece aveva mandato lì lui.

-Speriamo la situazione sia molto più calma di come la immagino, e il tutto si riveli una enorme equivoco...

Kharon però non riusciva a credere alle sue stesse parole, pronunciate a bassa voce nel tentativo di convincersi.
Comunque doveva scoprire la verità, quindi dopo essersi guardato intorno un'ultima volta si incamminò lungo il sentiero che in precedenza il capitano della nave, dei marinai e la loro prigioniera dovevano aver percorso a loro volta. Se ciò che aveva sentito dai discorsi dei marinai fosse risultato vero, il sentiero lo avrebbe condotto direttamente al tempio. Ad un ingresso secondario probabilmente, vista la smania di segretezza che circondava quell'operazione.

Grazie alla sua vista notturna riuscì a seguire senza alcun problema lo stretto sentiero nascosto nel folto della vegetazione, sentiero che poco dopo assunse una pendenza che crebbe lentamente ma in maniera costante.
Aveva quasi sperato di raggiungerli prima di arrivare alla loro destinazione visto che si stavano portando dietro una prigioniera probabilmente recalcitante, invece non riuscì a scorgerli nè a sentire un qualsiasi rumore prodotto da loro.

-Dannazione, quanto vantaggio avevano?

Sbuffando per la fatica dovuta allo sforzo fisico seguito immediatamente allo sforzo mentale dell'incantesimo utilizzato, cercò di aumentare la propria andatura.

-Di questo passo arriverò in cima domani notte...

Finalmente, contro le sue stesse aspettative, la vegetazione cominciò a diradarsi e Kharon si ritrovò all'aperto, oltre la foresta. Davanti a sè c'era un desolato paesaggio vulcanico, e non troppo lontano dalla sua posizione si ergeva il tempio.

-Sono davvero al tempio... allora la situazione è brutta, devo sbrigarmi!

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